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Al ribasso le probabilità di default delle imprese italiane

Cerved Rating Agency stima un calo dal 5,8% del giugno ‘21 al 5,2% previsto per giugno ‘22. Il maggior rischio si riscontra nelle imprese del Centro-Sud Italia

 

 

Migliora il merito di credito delle aziende italiane. Diminuisce quindi la probabilità di default (PD) delle imprese non-finanziarie secondo le stime di Cerved Rating Agency elaborate nel Mid-Year Credit Outlook 2021-2022 (per scaricare il report completo: info.cerved.com/credit-outlook-mid-year-2021). L’analisi conferma il miglioramento della rischiosità complessiva, con una probabilità di default media attesa pari al 5,2% a giugno 2022, in calo rispetto al dato di giugno 2021 (5,8%), ma comunque sopra i livelli pre-pandemici.

La diminuzione è prevista anche a fine del 2021, in riduzione rispetto a quanto previsto all’inizio dell’anno (5,7% versus 6%). “Si tratta, quindi, di un quadro di sostanziale miglioramento – afferma Fabrizio Negri, CEO di Cerved Rating Agency – dovuto a una migliore situazione sanitaria ed economica a livello nazionale, alla revisione al rialzo del PIL italiano sostenuto dalla ripresa della produzione industriale, dal rimbalzo dei consumi interni e delle esportazioni e da spill-over positivi in arrivo dal PNRR”.

 

Tuttavia permangono le incertezze, in primis legate all’evoluzione della pandemia, all’andamento dei prezzi delle commodities e alle potenziali problematiche relative all’approvvigionamento della componentistica, che potrebbero compromettere lo scenario sopradescritto. Pertanto, nel caso si verificassero congiuntamente tali eventi, la probabilità di default potrebbe risalire al 5,7% a giugno 2022.

 

LA SITUAZIONE PER AREA GEOGRAFICA

Analizzando i dati della penisola italiana vediamo che le probabilità di default sono diverse per area geografica, con previsioni più confortanti per le regioni del Nord e invece più pessimistiche per il Sud. Il dato medio di PD (Probabilità di default) per il Nord-Ovest è del 5,7% a giugno 2021 e del 5,1% a giugno 2022; nel Nord-Est del 5,1% a giugno 2021 e del 4,5% per giugno 2022. Le stime invece peggiorano in relazione al Centro-Sud del Paese, con valori di probabilità di default che passano, da giugno ’21 a giugno 22, dal 6,7% al 6,2% per il Centro Italia e dal 6,7% al 6,4% per il Sud Italia. Le stime per Sicilia e Sardegna sono del 7% a giugno 2021 e del 6,6% a giugno 2022.

In termini di dimensione aziendale, le probabilità di default più alte riguardano le micro e le piccole imprese, con stime rispettivamente del 8,6% e del 6%, in calo rispetto alle precedenti rilevazioni. Il minor rischio si riscontra nelle aziende di medie dimensioni dove a giugno 2021 il dato era del 4,7%, mentre a giugno 2022 si prevede pari al 4,1%. Nelle grandi imprese si passa, invece, da un 2,8% a un 2,6%.

 

PROBABILITÀ DI DEFAULT PER SETTORI

L’Outlook stima dei livelli di rischio in maniera differenziata per settore merceologico. L’analisi prevede una diminuzione del rischio di default per Turismo, Manifattura e Costruzioni, mentre il Farmaceutico e le Utilities si confermano, in assoluto, i settori con le probabilità di default più basse. Più in dettaglio:

  • Turismo e relative attività di supporto: le PD (Probabilità Default) scendono dal 12,7% del giugno 2021 al 10% del giugno 2022, con i dati pre-Covid al 5,8%;
  • Meccanica di precisione: le PD scendono dal 4,4% del giugno 2021 al 4% del giugno 2022, con i dati pre-Covid al 3,2%;
  • Costruzioni: le PD scendono dal 8,7% del giugno 2021 al 7,3% del giugno 2022, con i dati pre-Covid al 7,1%;
  • Real Estate: le PD scendono dal 7,9% del giugno 2021 al 7,1% del giugno 2022, con i dati pre-Covid al 6%;
  • Energia (gas/elettricità): le PD scendono dal 6% del giugno 2021 al 5,5% del giugno 2022, con i dati pre-Covid al 5%;
  • Agricoltura: le PD scendono dal 6,9% del giugno 2021 al 6,1% del giugno 2022, con i dati pre-Covid al 5,7%.

 

Per i settori Manifattura, Costruzioni, Trasporti e Food, l’aumento dei prezzi delle materie prime, nonché le eventuali interruzioni della catena di approvvigionamento, potrebbero far ritardare la ripresa.

Un effetto opposto, riconducibile all’aumento dei prezzi delle commodities, potrebbe, invece, verificarsi per i mercati Energia, Utilities, Agricoltura e per il settore estrattivo. In caso di nuove misure sanitarie anti-Covid e di una prolungata situazione di prezzi elevati e/o di interruzioni nella catena di approvvigionamento, le probabilità di default potrebbero aumentare di 50 punti base.

 

 

CERVED RATING AGENCY

Cerved Rating Agency (CRA) è l’agenzia di rating italiana specializzata nella valutazione del merito di credito di imprese non finanziarie italiane e delle emissioni di titoli di debito. L’agenzia, inoltre, valuta la sostenibilità degli operatori economici (imprese, istituti finanziari, assicurazioni) sviluppando soluzioni innovative grazie a una metodologia ESG in linea con le best practice internazionali.

Cerved Rating Agency è tregistrata quale Agenzia di Rating di Credito Europea ai sensi del Regolamento CE n. 1060/2009 e sottoposta alla vigilanza dell’European Securities and Markets Authority (ESMA) e riconosciuta quale External Credit Assessment Institution (ECAI) ai sensi del regolamento CE n. 575/2013.

Cerved Rating Agency attraverso il Dipartimento ESG Solutions, costituito da un team dedicato e altamente qualificato sulla tematiche di Sostenibilità, fornisce agli operatori economici, finanziari e non, che adottano la Sostenibilità nel proprio modello di business, servizi in linea con le best practices internazionali quali Rating ESG, ESG Assessment, ESG Supply Chain/Value Chain Assessment, Advisory ed External Review per prodotti di finanza sostenibile. Inoltre, attraverso soluzioni analitiche proprietarie, dati, studi e ricerche, supporta le attività di analisi e la comprensione degli scenari macroeconomici.

Cerved Rating Agency adotta un approccio rigoroso nell’analisi dei fattori ESG, applicando una metrica standardizzata proprietaria, in linea con gli standard internazionali di analisi dei rischi ESG.

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